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| In Siria, da a metà marzo ad oggi, sono stati almeno 4000 i morti causati dalla repressione del regime del presidente Bashar al-Assad, lo ha riferito l'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Navi Pillay, parlando di "guerra civile in atto". Oggi le forze di sicurezza hanno aperto in fuoco in diverse città, il bilancio è di almeno 14 morti. Le sanzioni delle istituzioni internazionali continuavo a piovere sul regime, ma la brutale repressione sembra non volersi fermare davanti a nulla, sorda difronte ad ogni grido. Come Gheddafi, Ben Ali e Mubarak, anche Assad verrà, inevitabilmente, sconfitto, ma quanto sangue ancora dovrà essere versato? Assad ha avvisato l'Europa "Un'attacco sarebbe il terremoto", la repressione diverrebbe ancor più violenta, se possibile. Siamo qui, ad assistere con occhi impotenti all'ennesimo fallimento della violenza. Si celebra un'altra guerra, ma l'attenzione del mondo è rivolta alla crisi finanziaria. I morti non fanno più notizia? Cosa sarà in grado di destare l'umanità?Fonte: Il Blog di Thomas Cucchi
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